La lettura di fiabe e favole è uno dei momenti di crescita più importanti per i bambini piccoli: permette loro di entrare in un mondo fantastico in cui animali pensano, parlano e dove principesse, streghe, eroi e folletti vivono il luoghi incantati come boschi o castelli. Si tratta di storie che vivono da millenni nella nostra cultura popolare e che ancora oggi i nonni raccontano ai nipotini. Ma qual è la differenza tra fiaba e favola? Si tratta di una sottile linea che divide due generi apparentemente simili e che vengono studiati nella scuola primaria. Vediamone le caratteristiche più importanti.
Che cos’è una favola?
Le favole sono brevi storie che hanno come protagonisti gli animali. Sono dei racconti piuttosto brevi che rappresentano immediatamente alcuni caratteri umani. Le più antiche favole classiche hanno ormai secoli di vita e sono state scritte da illustri personaggi della letteratura. Le caratteristiche di una favola sono quelle di trovare in poche battute la storia di un oppressore e di un oppresso. C’è l’eterna rivalità tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra furbo e indifeso: tutti tratti che appartengono ancora oggi all’uomo. Fabula docet, cioè la favola insegna e a dirlo erano gli antichi latini. Ancora oggi però le favole rappresentano i vizi e le virtù dell’uomo. Le più conosciute ed apprezzate sono senza dubbio le favole di Fedro ed Esopo.
Definizione di fiaba
Per comprendere bene il significato di una fiaba vediamone le caratteristiche più importanti: il tempo è indeterminato. Questo significa che spesso una fiaba può iniziare con il classico C’era una volta. Si parla cioè di un tempo che ormai non c’è più, tanto che spesso si trovano i verbi al passato remoto. Inoltre i luoghi sono determinati ma imprecisati: si parla spesso di cavalieri, fate e principesse che vivono in castelli incantati, ma non si fa riferimento a quale castello in particolare. Inoltre la caratteristica di una fiaba è quella di avere degli aspetti fissi: la presenza di un eroe buono e di uno malvagio, c’è spesso un elemento magico, una prova o una forma di riscatto che permette all’eroe di vincere.
Differenza tra fiaba e favola- schema
Come hai potuto leggere si tratta di due generi completamente differenti anche se spesso vengono confusi: un po’ come la differenza tra mito e leggenda. Se vogliamo sintetizzare il tutto e fare un piccolo riassunto sulla differenza tra fiaba e favola ecco uno schema che troverai molto interessante:
FAVOLE:
- TEMPI – Indeterminati (un giorno, una sera, …) La durata dell’azione è in genere molto breve.
- LUOGO – E’ anch’esso indeterminato e corrisponde ad ambienti realmente esistenti (un bosco, un ruscello, una montagna, …)
- PERSONAGGI – Sono pochi e di solito animali pensanti e parlanti. Più raramente sono uomini o cose. Hanno un carattere ben definito in quanto rappresentano le virtù, le qualità, i vizi e i difetti degli esseri umani.
- TRAMA – Generalmente breve e formata da un’unico episodio. In questo modo la morale resta precisa e l’autore riesce a lanciare un messaggio univoco al lettore.
- LINGUAGGIO – Le frasi sono brevi e semplici. Sono molto frequenti i dialoghi. Ci si esprime in genere con il passato remoto proprio per indicare il distacco con un passato, un tempo lontano che non c’è più e di cui resta solo un insegnamento.
- SCOPO – Comunicare un insegnamento, una morale, in modo arguto e divertente.
FIABE:
- TEMPI – Il tempo è indeterminato (c’era una volta, tanto tempo fa, …). Le azioni non necessariamente sono brevi ma possono durare anche anni.
- LUOGO – Il luogo è reale, esiste nella realtà, ma non viene mai specificato quale sia in particolare.
PERSONAGGI – Sono tanti i personaggi che intervengono, generalmente umani. Sono re, principi, regine… Solitamente c’è il cattivo, un personaggio ben definito, così come l’eroe, il buono. In genere ci sono personaggi secondari come l’aiutante dell’eroe e altri personaggi negativi.- TRAMA – La trama è piuttosto articolata: dopo una prima descrizione iniziale, generalmente l’antagonista provoca un danneggiamento o una mancanza. C’è così la reazione dell’eroe che porta a termine la sua impresa per recuperare al torto iniziale.
- LINGUAGGIO – Nei dialoghi si usa il presente generalmente, mentre per il resto del racconto si usa il passato remoto. Per la descrizione dei personaggi in genere viene usato l’imperfetto. Il linguaggio è semplice e colloquiale.
- SCOPO – Non c’è una morale come nella favola, ma spesso il lieto fine …e vissero felici e contenti.
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